Amarcord Maria Antonietta Ventre
Il mio primo ricordo di Cino è legato a Santa Cruz de la Sierra in Bolivia, dove Cino ed io ci recammo per l’inaugurazione della «Casa de la sonrisa de Mariele» (Casa del Sorriso di Mariele), sorta come Fiore della Solidarietà del 39° Zecchino d’Oro. Era l’anno 1997, e tra le tante bambine destinate a vivere nella bellissima casa di accoglienza ve ne era una, la più piccola, di cui non si sapevano né l’età né il nome. Infatti, come spesso succede in quella terra, la sua mamma l’aveva abbandonata senza denunciarne in alcun modo l’esistenza. La bimba aveva l’età apparente di circa 3 anni e le Suore Missionarie della Dottrina Cristiana che gestivano e gestiscono la Casa del Sorriso fecero in modo che il Vescovo, intervenuto per la cerimonia di inaugurazione, impartisse il sacramento del battesimo alla bambina, a cui vollero dare il nome Mariele. Cino ed io fummo scelti come padrino e madrina, e ricordo ancora l’emozione, la commozione e l’affetto che Cino dimostrò durante la cerimonia del battesimo della «otra Mariele» (altra Mariele), come la bimba imparò a dire di se stessa nel corso degli anni. Cino continuò sempre a interessarsi della «otra Mariele», e la bimba, crescendo, diventò sempre più orgogliosa del rapporto privilegiato che lei sola poteva vantare con il famoso «Mago Zurlì» e con la Mariele dello Zecchino d’Oro, della quale, portandone il nome, costituisce un ricordo speciale.